Da una finestra si intravedono addirittura panni stesi e mollette. Le automobili dei custodi sfrecciano tra i turisti davanti alla biglietteria. I quattro cortili sono trasformati in parcheggi. L’atrio è una lunga galleria di bancarelle e ambulanti: Pulcinella, magneti, guide e cartoline.
La scenografica cascata dell’immenso Parco Reale non esiste più e le fontane sono ormai a secco: l’acqua viene rubata a monte con allacci e tubi abusivi all’Acquedotto della Reggia.
Oubliez Versailles!
Questa è Caserta.
Fino a 10 anni fa, il Palazzo reale voluto da Carlo III di Borbone attirava quasi un milione di visitatori l’anno.
Oggi sono poco più di 500 mila.
Il complesso disegnato dal Vanvitelli è, per volumetria, uno degli edifici più grandi d’Italia: 1200 stanze divise su cinque piani. Ma nessuno le potrà mai visitare tutte.
Perché solo metà di un piano, il piano nobile, è aperta al pubblico.
La gran parte di questo gioiello settecentesco ospita gli uffici della Sovrintendenza dei Beni Culturali, il Rettorato, la Scuola per la P.A. e soprattutto l’Aeronautica Militare.
Quasi la metà della Reggia di Caserta è ancora gestito dalla Scuola per sotto ufficiali della nostra aviazione.
Nel ’97, l’UNESCO inserì la Reggia nel Patrimonio dell’Umanità e chiese all’Italia di escludere qualsiasi uso militare della struttura. Abbastanza comprensibile: un monumento così importante non può e non deve mai poter diventare bersaglio di guerra.
Ma in 15 anni nulla è cambiato.
agosto 26, 2012
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