Ogni ferita comincia con una piccola lacerazione, un minuscolo strappo, un momento che si fa distanza. E così mi ritrovo a fare questa cosa terribile: separare cd.
Gli originali di qui, i masterizzati di là. Gli uni mi seguiranno, gli altri no. E mi perdo a riscoprire white album e santa sangre, badly drawn boy e un pezzo mai considerato degli eels. Ci metto un sacco di tempo mentre crescono le pile sul tavolo e rimangono spazi sempre più vuoti nella libreria.
Vuoto.
Tra poco sarà tutto così dannatamente vuoto qui.
Dieci anni passati ad accumulare ricordi, oggetti, libri, spezie, pietre, note, emozioni, scritte, quadri, poster, biglietti aerei,borse e valigie, chiavi, tappi di sughero, piante grasse, giochi per un bambino che arriva, guide turistiche, foto, lettere, cuscini, magliette di concerti, idee irrealizzabili e progetti realizzati. Dieci anni vissuti e rinchiusi in meno di due ore dentro a tanti scatoloni.
Una ferita chiamata freddamente trasloco.
ottobre 18, 2011
18 ottobre 2011 at 10:26 pm
“L’ora delle scatole”, i ricordi compressi, le pareti che ritornano anonime… mi pare d’averlo scritto io, questo tuo post 🙂